giovedì 13 dicembre 2007
Joyst!ck
Oggi parliamo di un pezzo di software molto appetitoso, annunciato nell’ormai lontano E3 del 2002. Prodotto da madre sicula e padre romano, è stato in sviluppo per ben sei anni, tanto da assumere per diverso tempo il poco onorevole appellativo di vaporware game. Un gioco che non esiste, destinato all’oblio, e ad animare piccole o grandi discussioni tra i giocatori più attenti e fedeli. In verità, assicurano i programmatori più vicini al progetto, il gioco era praticamente ultimato da tempo, ma non poteva sbocciare, mostrando le sue incredibili innovazioni in termini ludici. Mancava un motore grafico appagante, che potesse farlo ammirare e desiderare da tutti. Il vecchio motore è stato difatti soppiantato dalle nuove mode e conquiste nell’ambito tecnico in brevissimo tempo, quando ancora i programmatori stavano sviluppando un'IA rivoluzionaria, veramente aperta a tutti, destinata a soddisfare le più svariate fasce d’utenti, compreso l’ambito casual gamer, non desideroso di smanettare ore e ore prima di comprendere bizzarre meccaniche di gioco, o più semplicemente di ricevere un po’ di divertimento. Ora, dopo anni di gestazione e rinvii, Sara è una vera mignotta. Sempre agghindata come l’ultima delle veline, vanta una cura estetica invidiabile, che poco ha a che spartire con il vecchio motore poligonale che visualizzava il suo avatar come una bimba delle medie con gli occhiali spessi, e il grande seno nascosto agli occhi più indiscreti. L’IA, dicevamo. Adesso, Sara è abbastanza stupida e delusa dalla vecchia storiella del principe azzurro da darla a tutti, a patto che sei come quel divetto lì, o che il tuo portafogli sia più gonfio del tuo basso ventre. Ma si sa, non si può pagare la nuova generazione come la vecchia. E Sara, oltre a vantare una grafica da capogiro, con i suoi capelli mori, la bocca morbida, e un seno ingombrante e affascinante come un vecchio cabinato da sala, è incredibilmente giocabile. Dopo pochi livelli di preliminari, ove è talmente facile farla eccitare, che più che veri livelli paiono un tutorial mascherato, Sara ti concede di arrivare subito al mostro finale. Unico neo: il joystick che vibra, lo devi portare da casa. Possiamo asserire però, dopo aver terminato il gioco svariate volte, che è un ottimo compromesso. E la longevità? Nello scenario attuale, in cui anche i giochi più blasonati vantano una durata a volte limitata, Sara riesce a distinguersi. Perfetta per una partita occasionale, ma adatta anche a sessioni più lunghe e dure, Sara sprona alla rigiocabilità e rispolvera la vera anima dei giochi arcade, la corsa al punteggio migliore, da battere a suon di record, davanti, di sopra, da dietro, e in bocca. Inoltre (ma per i più potrebbe apparire quasi scontato) Sara è un inno al multiplayer più selvaggio. Oltre a supportare i canonici tre ingressi per joystick di varie fogge e dimensioni, Sara è aperta anche a nuove e più fantasiose esperienze, da sbloccare ingraziandosela con borsette griffate e smalti colorati, in un meccanismo non dissimile da quello presentato nella saga di Dead Or Alive Xtreme, ma estremamente più intuitivo e realistico. Infine (e questo è decisamente meno scontato) una fuga di notizie sul web, tuttora non confermata, asserisce che sia possibile sbloccare un bonus decisamente gustoso, l’attesa modalità a 16 giocatori, si, proprio come Halo 3, ma qui con la stessa copia del gioco. Noi di GameXtration continueremo a giocare per scoprire la verità e come sempre, saremo i primi ad informarvi. Non ci resta che congedarvi con le ultime impressioni. I programmatori stavolta si sono veramente superati. Tra cattive compagnie e le discutibili influenze dei media, Sara è cresciuta proprio bene, ed è una vera fortuna che per una volta la casa madre sia stata così disinteressata e lontana durante i periodi più travagliati dello sviluppo. Che aspettate allora, Sara la trovate sulle migliori strade! E tenete carichi i joystick!!
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