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venerdì 21 settembre 2007

Lezioni di piano #1

Inizio ad avere un po' di nostalgia del corso di sceneggiatura che ho frequentato la primavera scorsa e visto che sono riuscito a rientrare in possesso dei dati del mio defunto portatile, beh, posto qualche esercizio in classe fatto sotto gli insegnamenti del mitico Prof. Lorenzo Bartoli, approfittandone per salutarlo in caso passasse da qui!!!


L'altalena

Non mi assillano più. I pensieri accettano lo sfratto improvviso di buon grado, abbandonando celermente il pianerottolo della mia mente. Finalmente sono libero. Dondolo, dondolo sull’altalena. La brezza fredda usa la mia fronte come cordolo. Sono calvo da anni. L’orizzonte è scuro, ma il mio ottimismo si fa sempre più chiaro. Mi piace stare qui. A poche ore dall’alba. Lontano dalle luci della città. Qui in questo parco dove solo i bambini possono entrare, anche a trenta anni.


Lo spuntino

Torno a casa alle quattro. Troppo presto per fare colazione. Troppo tardi per dormire. Deambulo verso la cucina e come uno zombi afferro un pezzo di pane avanzato dalla cena. Perché fermarsi al pane. Apro il frigo in cerca di una preda. Ne trovo più d’una. La maionese. Così morbida, ma anche così sporca. La donna perfetta. Un po’ di pollo già cotto chissà da chi. Sono uno che sta attento alle calorie io. Mi fermo qua. L’insalata è scomoda da tagliare. E io voglio solo il lato piacevole della vita. Crunch!


Il lampadato

Lampadato. Vestito con le marche dell’ultimo divetto della tv. Tanto con il grembiule alla cassa siamo tutti uguali. Dio, comprate qualche crema solare, così inizierà a massaggiarsi in diretta. Anche se è il cinque gennaio. Su dai, parla del calcio malato. Di che squadra sei diventato, eh? Non siamo più della Juve? Lampadato! Senza palle. E devo lavorarci cinque giorni su sette.