lunedì 1 ottobre 2007

Neverland

- Seconda traversa a destra, e poi dritto fino a “Marino”, il baretto, quello dove ti danno gli avanzi del pranzo… lì di fronte c’è “Neverland” -

Alzo il finestrino senza ringraziare, il lurido barbone non mi serve più. Quand’ero bambino m’avevano insegnato a non far soffrire gli animali feriti; qualche spicciolo prolungherebbe soltanto l’agonia di questo storpio del cazzo. Accelero quel tanto che basta per mandare l’auto su di giri, alzo la frizione di scatto e travolgo il barbone in una sgommata violenta, lasciando una scia di sangue e gomme sull’asfalto; il cuore l’ho lasciato a casa, tra vecchie foto consumate e ricordi malati, dopati negli anni da troppa importanza.

Devo fare un fottuto lavoro, e devo farlo bene.

Mi addentro nel vicolo calpestando blatte e immondizia; spero di pestare presto qualcos’altro

- Ehi tu, stronzo… si, dico a te! –

Che cazzo di culo, un buttafuori desideroso di farla finita. Era ora, le nocche mi facevano male, mi prudevano dalla voglia di massacrare qualcuno.

- Sei in lista? O sei in lista o ti trovi una donna per entrare. Abbiamo già troppe mazze lì dentro –

- Mi spiace, ma non ho visto belle pollastrelle nei paraggi… a quanto sembra tua madre sta già ciucciando qualche grosso uccello… -

- Ehi, ma che cazzo!? –

Prova a sbattermi a terra sfruttando il suo peso. Pessima idea. Entro nella sua guardia, aperta come una puttana strafatta e gli sradico la carotide a mani nude.
- Però, se proprio lo vuoi sapere, tua sorella mi sta aspettando a fica larga – gli rido in faccia rumorosamente mentre il sangue zampilla dal suo collo grasso, disegnando qualcosa sul muro. Qualcosa di surrealista; mi ricorda il secondo Mirò, adoro quella roba.

Entro nel locale spintonando un po’ di stronzi. Che musica di merda. Un bel cesso intasato, ecco dove sono finito.

Mi siedo al bancone, uno stronzo mi guarda storto.
Cazzo, sono io.
Estraggo il mio fido revolver dal cappotto, abbaiando qualche raffica contro lo specchio. Non mi piace prendere brutti colpi.
Piove vetro.
Le schegge dilaniano qualche tetta svestita e qualche faccia tirata male.
Rido di gusto, quando il barman m’interrompe.
Flaccido, vecchio, il naso rosso a patata, l’espressione rubiconda.
No, non è babbo natale.
- Sonho Spugnaah, in cosha possho escheerle utilee? –
- Ho sete -
- Cosha beeve?
- Fai tu, tanto t’ammazzo lo stesso -
- A benee… allocha ci do sotto con queesto drink -
Mentre il vecchio ciccione fa roteare delle bottiglie in aria, nel disperato tentativo di rendersi simpatico, le luci calano, per poi spegnersi in una morte apparente.
Parte una musica sdolcinata.
Un po’ fuori tempo, le luci risorgono.
Le bottiglie del vecchio baciano il pavimento, struggendosi per quel che hanno visto, la sua mascella sbava sul bancone tra sputi e alcol rovesciato.
E’ Trilli.
Una patatina bionda, tutta da mordere.
Inizia a ballare lasciva, sembra quasi sciogliersi in una padella piena d’olio, un palco grondante di bava, vomitata dai falliti ai suoi piedi. Una massa di bimbi sperduti in piena tempesta ormonale.
Trilli è vestita da fatina. Oddio, vestita. Indossa un tanga verde minidotato che gli fascia il suo culetto appetitoso, delle stelle luminose gli coprono i capezzoli bruni, delle comete turgide pronte ad esplodere dal desiderio. Pietre preziose e una spruzzata di brillantini ornano le sue gambe sinuose, perfette, un tesoro da sogno che forse non appartiene a nessun sultano. Sulla sua schiena, levigata come seta, si librano delle ali dorate. Sembrano svolazzare in un battito innocente, animate dalla stella luce che percorre il suo sorriso, ma solo uno sciocco potrebbe pensarlo davvero. Quelle ali posticce, di plastica, sbattano solo grazie alle sculettate, ora assatanate, della piccola, dolce Trilli. Avrà al massimo 13 anni; provo pena per quei porci pervertiti sotto il palco.
Rivoli di bava mi colano dalla bocca, finché il mio senso di ragno pizzica: le nocche mi prudono di nuovo.

- E’ quello lì! Quello seduto al bancone tra i pezzi di vetro… ha ucciso lui Carl! –

- Ok… cazzo quanto è grosso, chiama gli altri, non possiamo farcela da soli –

Mando giù il cocktail che il buon Spugna mi ha preparato con amore. Sa di piscio.
Glielo sputo in faccia, come per cacciare il cattivo sapore.
Poi mi alzo, facendo schiantare lo sgabello a terra ed estraggo i miei revolver, pronti a mordere come cani rabbiosi.
- Offree la cashaa – mi dice Spugna, tremando come un cazzo di malato. Ha paura di me, non capisco, ho cercato d’essere buono con lui. Cerco di calmarlo: – Dai quella merda non era poi così schifosa, potrebbe andare bene per sturare un cazzo di cesso – ma non ho questo lusso. Mi ritrovo circondato da quanti più stronzi potessi mai desiderare. Un fottuto piccolo esercito. Gli occhi mi lacrimano… non riesco a trattenere una risata diabolica, compiaciuta; finalmente la serata inizia a girare per il verso giusto.


Continua…

9 commenti:

Spiridion ha detto...

Cirincione è palesemente il più grande scrittore pulp/trash italiano...

Voglio vedere almeno 4/5 post con sta roba....

Ps. l'inizio è una perla di trash ancora ineguagliato, almeno sul circuito blogspot

Cirincione ha detto...

Grazieee Giulio, so contento che ti piaccia!!! Ho previsto altre due parti di sto raccontino, mo me butto a scriverleee

Il Gabbrio ha detto...

Cirinciò, è spettacolare...devi scrivere più spesso in questo modo...muoviti e fai lavorare i polpastrelli su quella fottutissima tastiera del cazzo!!! : D

P.S.
a romics posso venire solo venerdì, così mi prendo il diploma della scuola, fammi sapere verso che ora ci sei, considera che per le 18 al massimo devo tornarmene a Cassino! Ciao!!!

Cirincione ha detto...

Bella Gabbrio, grazieee, ora parli sboccato anche tu!!! :asd:
Per ven per me va bene, però il diploma dovrebbero darlo proprio per le 6, forse lo puoi prendere anche prima, di sicuro te lo danno anche a scuola quando vuoi; cmq sentiamoci tutti per telefono e mettiamoci d'accordo!!!

Anonimo ha detto...

I sensi di ragno?

Lester K. Chaykin ha detto...

Altro che Lobo e le sue manie di devastare le galassie...!

p.s. ti consiglio di provare "Il Carcioghiotto" della Ponti. Gnam gnam, sapessi che bontà! ^_^

Cirincione ha detto...

Eh eh effettivamente il cattivo ragazzo del raccontino è un pò violento :asd:
Felice che sei passato di qua, Wally!!!

P.S. Al massimo saranno i conservanti che te lo fanno piacere, non di certo il carciofo hihihihi

Anonimo ha detto...

Wow! Mi piace un sacco, complimenti! Continua così, che voglio leggere il resto, eh!!! :D

Cirincione ha detto...

Grazieee Adachigahara, felice che sei passata di qua!!!